La nuova direttiva europea sulle patenti di guida: cosa cambia per le autoscuole

 

Il 24 marzo 2025, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio per l’aggiornamento della direttiva sulle patenti di guida.
Tuttavia, affinché queste modifiche diventino definitive, l’accordo deve essere approvato formalmente dai rappresentanti degli Stati membri in sede di Consiglio (Coreper) e dal Parlamento europeo. Solo dopo queste approvazioni formali, le nuove disposizioni entreranno in vigore ma dovranno comunque essere recepite dagli Stati Membri.
Pertanto, al momento, l’accordo rappresenta un passo significativo verso l’adozione delle nuove norme, ma non costituisce ancora l’approvazione definitiva della direttiva.

Questa riforma mira ad armonizzare le regole tra i Paesi membri, migliorare la sicurezza stradale, adeguarsi alla transizione digitale e rispondere alle esigenze della mobilità moderna. Per le autoscuole italiane, queste novità rappresentano sia sfide che opportunità. In questo articolo analizziamo le principali modifiche introdotte dalla direttiva, confrontandole con l’attuale normativa italiana.

 

1. Patente digitale: l’Italia all’avanguardia

La direttiva introduce la patente digitale a livello europeo, accessibile tramite smartphone attraverso il portafoglio digitale UE, con l’obiettivo di semplificare i controlli, prevenire le frodi e garantire l’interoperabilità tra gli Stati membri.

L’Italia ha anticipato questa innovazione, rendendo disponibile la patente digitale già dal 4 dicembre 2024 tramite l’app IO. Questo documento digitale è valido per i controlli su strada e consultabile tramite SPID o CIE, posizionando l’Italia tra i Paesi più avanzati in Europa in questo ambito.

 

 

2. Guida accompagnata: confronto tra normativa UE e italiana

La nuova direttiva europea prevede la possibilità per i diciassettenni di guidare veicoli della categoria B, purché accompagnati da un conducente esperto, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale attraverso un periodo di guida supervisionata prima dell’autonomia completa.

In Italia, la guida accompagnata è già prevista dal 2012, ma con alcune specifiche: il diciassettenne deve essere titolare di patente A1 o B1 e aver completato un corso pratico di almeno 10 ore in autoscuola. Successivamente, la Motorizzazione rilascia un’autorizzazione specifica per guidare accompagnati da un adulto con almeno 10 anni di patente e senza infrazioni gravi. Il veicolo deve inoltre esporre i contrassegni “GA”.

La direttiva UE semplifica questo meccanismo, eliminando l’obbligo di una patente pregressa e consentendo l’avvio diretto del percorso per la patente B a 17 anni. Tuttavia, è probabile che in Italia venga mantenuto l’attuale impianto normativo, grazie alla possibilità, prevista dalla stessa direttiva, per gli Stati membri di introdurre condizioni aggiuntive attraverso l’utilizzo del codice armonizzato 98.02 (guida accompagnata). Questo potrebbe comportare un adeguamento parziale della normativa oppure lasciare invariato l’assetto attuale, con ricadute minime per le autoscuole in termini di formazione e organizzazione.

 

3. Prove d’esame più moderne e tecnologiche

La direttiva prevede l’aggiornamento delle modalità d’esame per il conseguimento della patente di guida, al fine di adeguarle alle evoluzioni tecnologiche e alle esigenze della mobilità sostenibile. In particolare, i nuovi esami valuteranno le conoscenze e le competenze dei candidati riguardo ai sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS), alle tecnologie automatizzate e alla guida di veicoli a zero emissioni. Inoltre, sarà posta maggiore enfasi sulla sicurezza degli utenti vulnerabili della strada, come pedoni e ciclisti, e sull’interazione con i dispositivi di micromobilità. Per le autoscuole italiane, ciò implica la necessità di aggiornare i programmi didattici e formare gli istruttori sulle nuove tematiche, garantendo una preparazione adeguata ai futuri conducenti.

Un elemento chiave di questa modernizzazione è l’introduzione dei test di percezione del rischio, già adottati in alcuni Paesi europei. Questi test valutano la capacità dei candidati di riconoscere e reagire a situazioni potenzialmente pericolose nel traffico, migliorando la consapevolezza e la prontezza alla guida. In Italia, l’integrazione di tali test rappresenterebbe un passo avanti nella formazione dei conducenti, contribuendo a ridurre il numero di incidenti causati da errori umani.

 

4. Periodo di prova biennale per i neopatentati: l’esperienza svizzera

La direttiva introduce un periodo di prova obbligatorio di due anni per tutti i neopatentati, durante il quale sono previste sanzioni più severe in caso di infrazioni. In caso di violazioni gravi, è previsto l’obbligo di ripetere il corso di formazione e sostenere nuovamente l’esame.

Un sistema analogo è in vigore in Svizzera dal 2005, dove i neopatentati ricevono una licenza di condurre in prova della durata di tre anni. Durante questo periodo, vige una tolleranza zero per l’alcol e sono previste sanzioni più severe per le infrazioni al codice della strada. Ogni anno, circa 1.500 neopatentati perdono la patente poco dopo averla ottenuta, evidenziando l’importanza di un periodo di prova per migliorare la sicurezza stradale.

 

5. Estensione delle categorie e abbassamento dell’età minima

La direttiva aggiorna le categorie di veicoli, introducendo nuove definizioni per la micromobilità e abbassando l’età minima per le patenti professionali. In particolare, l’età minima per ottenere una patente di guida per autocarri sarà abbassata da 21 a 18 anni, e per la patente di guida per autobus da 24 a 21 anni, a condizione che il richiedente sia in possesso di un certificato di idoneità professionale.

In Italia, però, il Codice della Strada è stato già aggiornato nel dicembre 2024: l’età per conseguire la patente D per autobus di linea fino a 50 km è già stata abbassata a 18 anni, a condizione del possesso della CQC con corso di 280 ore.

Infine, un cambiamento significativo riguarda la patente AM. Attualmente, in Italia può essere conseguita a 14 anni, ma con la nuova direttiva UE l‘età minima viene fissata a 16 anni, in linea con altri Paesi europei. Tuttavia, la stessa direttiva prevede che gli Stati membri possano stabilire un’età inferiore, fino a un minimo di 14 anni. Questo significa che per le autoscuole italiane, con ogni probabilità, non cambierà nulla e la patente AM continuerà ad essere conseguibile a 14 anni, come accade attualmente.

Conclusione

La direttiva approvata il 24 marzo 2025 segna un cambiamento profondo nel sistema delle patenti di guida europeo. L’Italia parte avvantaggiata grazie all’introduzione della patente digitale e all’esperienza nella guida accompagnata, ma sarà comunque necessario adeguare parte della normativa e dei processi formativi.

Per le autoscuole, queste novità sono un’occasione per crescere: offrire nuovi servizi, aggiornare le metodologie didattiche e consolidare il proprio ruolo nella formazione di conducenti più consapevoli, sicuri e preparati alla mobilità del futuro.